Il ritorno dei giochi da tavolo

Nonostante il mondo dei videogiochi sia in crescita costante, superando di gran lunga i rivali nel settore dell’intrattenimento (in Italia questo mercato vale 2,3 miliardi di euro, mentre l’industria musicale e il cinema non arrivano ai 500 milioni), chi pensava che i giochi da tavolo sarebbero scomparsi si sbagliava. Anzi, l’analogico sta tornando in auge e probabilmente questi due mondi sono destinati ad andare avanti in parallelo. 

Questa settimana ne abbiamo parlato con Alessandra e Matteo di “Asgard, La Tana dei Goblin”, un’associazione padovana che ogni settimana organizza serate il cui primo obiettivo è la divulgazione del “gioco intelligente”, in grado di creare connessioni e condivisione tra le persone che vi partecipano, accomunate da questa grande passione.

Ma in che senso si parla di gioco intelligente?

Oltre infatti ai benefici relazionali che possono derivare dallo giocare insieme seduti faccia a faccia allo stesso tavolo, esistono studi che hanno dimostrato come i giochi di strategia stimolino diverse funzioni nel nostro cervello, contribuendo in questo modo al nostro sviluppo cognitivo e configurandosi come veri e propri strumenti educativi. Concentrarsi per pianificare la prossima mossa, cercando di prevedere quella dell’avversario, favorisce infatti l’attivazione di diverse aree cerebrali, con l’effetto di creare connessioni neurali in grado di potenziare le nostre abilità cognitive come ad esempio la memoria a lungo termine e il ragionamento.

Per non parlare poi dell’allenamento alla creatività, alla pazienza e alla perseveranza, tutte caratteristiche favorite dal gioco, che per sua natura spinge ad immedesimarsi in scenari immaginari, costringendo il giocatore ad adottare prospettive e soluzioni diverse per riuscire a risolvere situazioni complesse.

Chi, ripensando alla propria infanzia, non ricorda con affetto i giochi che di fatto hanno segnato intere generazioni?

Ci riferiamo a quelli che una volta, e in alcuni casi ancora oggi, rappresentavano un must nelle case degli italiani.

Facendo per un attimo un salto indietro negli anni ‘80, non potremo non citare ad esempio “Brivido”, caratterizzato da un tabellone tridimensionale e animato da fantasmi, o “Crack”, nel quale invece ciò che contava era creare debiti, amministrando soldi finti. Oppure potremmo parlare di “Hotel” nel quale l’obiettivo al contrario era proprio quello di evitare il fallimento. E infine, chi non ha mai giocato a “L’isola di fuoco” nel quale i giocatori, immersi in un’isola tropicale, devono riuscire a impossessarsi di un tesoro schivando palle infuocate?

E forse è proprio questo il segreto del successo dei giochi da tavolo, l’immedesimazione. 

Questa caratteristica è infatti trasversale a moltissime altre tipologie di gioco, indipendentemente quindi dai boardgame. Ed è proprio il concetto di ritrovarsi “intrappolato” in una situazione da risolvere che sta alla base anche delle Escape Room che, create intorno agli anni 2010 sulla base di format televisivi, rappresentano dei veri e propri giochi di logica e fuga dal vivo. I partecipanti infatti, rinchiusi in stanze allestite a tema, hanno come unica possibilità di fuga quella di trovare la soluzione a rompicapo e indovinelli, il tutto entro limiti di tempo prestabiliti. Capaci di stimolare il pensiero laterale, le escape room sono diventate molto popolari anche come esperienze di team building, rappresentando uno strumento in grado di favorire la collaborazione tra colleghi e il ribaltamento degli schemi gerarchici tipici delle realtà lavorative.

Vere e proprie experience dal vivo, che permettono di rivivere le esperienze di film “trappola” quali ad esempio “Saw L’enigmista”, o di fenomeni televisivi come “Squid Game”. Chi non passerebbe infatti un’intera notte in un edificio abbandonato, inseguito da persone in carne ed ossa, per il semplice gusto del brivido?

Ciò che però è interessante notare è che, mentre il mondo dei videogiochi e più in generale del digitale continua a crescere e diffondersi, il successo delle Escape Room ha riacceso l’interesse per i giochi da tavolo di molti editori, che hanno iniziato a proporre sempre più titoli ispirati a queste ultime. Le confezioni contengono materiali esclusivamente cartacei, con enigmi e quesiti contenuti in buste sigillate da risolvere. La peculiarità di questo tipo di avventure è che sono giocabili una sola volta, giochi da tavolo dunque che potremmo definire “usa e getta”.

Ma è altrettanto vero che, se da un lato molti giochi prevedono l’utilizzo di supporti digitali e applicazioni, dall’altro sempre più spesso accade l’inverso, ovvero giochi da tavolo che rappresentano l’adattamento di un videogioco, costituendo di fatto un ritorno all’analogico.

Per chi a Padova rimane ancora legato al mondo del boardgame, una visita a House of Games e alla Tana dei Goblin è d’obbligo. Queste realtà consentono infatti a tutti gli appassionati della nostra città di riunirsi a giocare, in serate la cui parola d’ordine è convivialità. E per gli amanti dell’adrenalina, invece, anche qui è possibile tentare la fuga da Alcatraz, liberarsi da un sequestro di persona o mettersi in salvo da una casa stregata grazie a “In Fuga Escape Room”, che consente di sperimentare questo tipo di esperienze anche a Padova.