Non c’è bisogno di essere nerd o avere degli amici che condividono la medesima passione per poter partecipare a una serata di giochi da tavolo ad Asgard. Basta curiosità e voglia di divertirsi: mossa dopo mossa il gioco abbatterà tutte le barriere (anche quelle linguistiche), creando e rafforzando le relazioni. È così facile che lo facciamo sin da bambini: da una semplice partita possiamo stringere nuove amicizie senza accorgercene. Alessandra e Matteo ci parlano di come questo mondo abbia aperto le porte davvero a chiunque e come ancora oggi il gioco da tavolo sia sempre in grado di unire grandi e piccini.


Evidenziare le contraddizioni della nostra società e capire come scardinare questo sistema sono gli obiettivi che le compagne Non Una Di Meno Padova portano avanti ogni giorno, riunendosi in assemblee e tavoli di discussione specifici e facendo da megafono a chi cerca di combattere le situazioni di svantaggio.


Il desiderio di permettere a suo figlio di vivere le stesse emozioni che sperimentava lui ogni volta che giocava a rugby è stato ciò che ha spinto Fabio a fondare, insieme ad alcuni amici, la prima squadra di Mixed Ability Rugby in Veneto. Nata ormai otto anni fa, oggi la squadra è cresciuta. E così ogni settimana una ventina di ragazzi si riunisce per allenarsi insieme, condividendo gioie e dolori che questa attività è in grado di offrire e sperimentando appieno i valori dello sport.

Esistono diversi modi per raccontare una storia, per Ivan Grozny Compasso però l’approccio è solo uno: viverla dal basso, immergendosi completamente nei luoghi e nelle esperienze delle persone che lo circondano. Fin dalle sue prime esperienze in zone di guerra, Ivan ha subito capito che quella del reportage sarebbe stata la strada giusta per lui. Questa vocazione lo ha così portato in giro per il mondo: Siria, Brasile e Ucraina sono solo alcuni dei luoghi che continua a portare nel cuore, tornandoci ogni volta che gli è possibile.


Un centinaio di scondinzolii accoglie ogni giorno i numerosi volontari del Rifugio di Rubano, che da anni si battono nella difesa di cani e gatti abbandonati. Non è semplice prendersi cura di questi dolci animali, che a volte hanno bisogno di attenzioni specifiche e di famiglie addestrate per i loro bisogni, ma la soddisfazione che si prova nel trovare una famiglia perfetta per Luna, Briciola, Bianchina, Stella, Stefy, Nonno Paride e molti altri è ancora impagabile.


La terra piatta, le invasioni aliene e i microchip nei vaccini: di teorie del complotto ce ne sono di tutti i tipi. Queste storie, decisamente intriganti da un punto di vista narrativo, si diffondono rapidamente e possono essere potenzialmente anche molto pericolose. Per fortuna Leonardo Bianchi, giornalista padovano, ne è un esperto e ci ha insegnato come smascherarle.


Da quasi vent’anni a questa parte le vacanze invernali e, per chi lo festeggia, il Natale a Padova significano una cosa sola. Che si mangerà uno dei famosi panettoni della Pasticceria Giotto. Ma loro non si occupano solo di panettoni, e sono attivi in tutte le stagioni, dalla gelateria alla pasticceria. La cosa più buona che fanno, però, non è un prodotto dolciario. Si tratta della loro collaborazione col carcere di Padova, dove si trova il laboratorio che sforna tutte le delizie che hanno in vendita: lì cinque maestri pasticceri insegnano il mestiere ai colleghi detenuti, che in questo modo hanno la possibilità di lavorare e di imparare.


Quando “fare squadra” diventa letterale: una polisportiva che si impegna nella lotta alle discriminazioni. Un gruppo che capisce l’importanza dello sport, da tutti i punti di vista, lanciando iniziative a livello europeo come quella per l’introduzione di una “Nona competenza”. Con il grande obiettivo di portare a casa, oltre che le vittorie sul campo, anche qualche vittoria per i diritti universali di praticare sport e gareggiare insieme.


Lo sport di squadra non è solo questione di tecnica: dipende tutto dalle giocatrici. Per le Criminal Bullets, squadra di roller derby padovana, l’importante non è vincere, ma costruire una comunità intorno allo sport, che sia inclusiva, accogliente e presente nella società. Certo, poi se ogni tanto si vince una partita va bene lo stesso.
